Alcune gravidanze precoci si perdono a causa dell'insufficiente secrezione dell'ormone progesterone da parte del corpo luteo dell'ovaio, una condizione nota come "carenza della fase luteale". La carenza della fase luteale è relativamente rara nella riproduzione naturale, ma molto comune nei trattamenti di riproduzione assistita che comportano la stimolazione ovarica. I ricercatori della clinica MAR&Gen, guidati dai dottori Jan Tesarik e Carmen Mendoza e dalla dottoressa Raquel Mendoza Tesarik, hanno analizzato a fondo questa condizione e, negli anni 2005-2020, hanno sviluppato metodi di prevenzione e trattamento di questa causa di perdita della gravidanza.
Già nel 2006 il gruppo ha pubblicato, nella rivista Human Reproduction, i loro incoraggianti risultati con la somministrazione di un agonista dell'ormone di rilascio della gonadotropina (GnRH) dopo il trasferimento degli embrioni nei trattamenti ICSI. Lo stesso gruppo ha successivamente dimostrato che ogni gravidanza dopo un tentativo di riproduzione assistita deve essere monitorata frequentemente, in alcune donne fino a diversi mesi, per individuare e trattare i sintomi precoci di carenza della fase luteale e la successiva attivazione della secrezione di progesterone da parte della placenta. Un articolo pubblicato dal gruppo nel 2020 sulla rivista “Frontiers in Reproductive Health” riassume le linee guida per una gestione efficace e personalizzata della gravidanza derivante dalla riproduzione assistita.